Un pomeriggio con… Clara Sánchez
Roma, 22 febbraio 2014 – Niente aiuta a calarsi all’interno di un romanzo quanto la sua presentazione. Un punto in più se questa è fatta da una scrittrice piacevole, cortese e appassionata come Clara Sánchez. La libreria Nuova Europa del centro commerciale “I Granai” ha ospitato il piccolo evento nel migliore dei modi: difficile credere che uno solo dei partecipanti sia tornato a casa scontento. Moderatore della discussione il giornalista John Vignola. Proprio a lui è spettato il compito di aprire le danze, partendo dai libri precedentemente pubblicati in Italia dalla Sánchez e dalla trama di “Le cose che sai di me”. Dopo un dettagliato (forse troppo? Niente spoiler per i lettori!) cappello introduttivo, lui stesso ha posto dei quesiti alla Sánchez che le hanno permesso di toccare un ampio ventaglio di questioni.
Chi ha già letto qualche romanzo di questa scrittrice spagnola non avrà dubbi nell’identificare il loro principale punto di forza: la caratterizzazione dei personaggi. La Sánchez parte proprio da questi per creare i suoi intrecci. Non comprendere un personaggio probabilmente implicherebbe non comprendere a pieno l’intera vicenda. Vignola ha elogiato a fondo questa abilità della Sánchez. Il lettore entra nell’anima dei protagonisti delle storie, riuscendo ad apprezzarli e ad amarli progressivamente con lo scorrere delle pagine. Essi parlano sempre in prima persona; in tal modo le loro scoperte sono anche le scoperte del lettore, che capisce le vicende nello stesso momento in cui i protagonisti ne prendono coscienza. La Sánchez ha ammesso di tenere particolarmente a creare dei personaggi in grado di rimanere nel cuore dei lettori anche una volta terminato il libro. Quest’impresa riuscirà a Patricia, protagonista della sua ultima fatica letteraria? Nessun ex nazista né bambina strappata alla propria famiglia né moglie dispersa: Patricia è una modella di successo, innamorata della sua carriera, della sua vita e di suo marito. Eppure il concetto di felicità viene immediatamente messo in discussione. La ragazza si ripete di continuo quanto sia fortunata e appagata. Ma sarà davvero così? Perché allora qualcuno vuole ucciderla, come le rivela una sconosciuta incontrata in aereo? Per invidia? La Sánchez ci rivela che Patricia dovrà distruggere tutte le proprie certezze per arrivare all’autentica felicità.
É interessante notare proprio la centralità del concetto di invidia (invidia che alimenta la professione delle modelle, ma forse anche quella di Elías verso Patricia…) e la componente erotica completamente assente negli romanzi precedenti. Ma attenzione a definire “Le cose che sai me” un libro dal tema frivolo, perché l’autrice ritiene che la superficialità della società (spagnola e non) vi sia rappresentata più di quanto non sembri.
Altro filone narrativo è quello della generosità. Patricia fa tanto per i suoi cari -marito, sorella e genitori al gran completo- eppure in questo modo li rende solo deboli e dipendenti da lei. In altre parole, è lei stessa a minare le sue relazioni. Lo stesso rapporto con Elías appare poco sano sin dalle prime battute. Lui è egocentrico e sfuggente, eppure lei si sente talmente attratta da lui da desiderare la sua felicità più della propria. Con lo scorrere delle pagine, Patricia dovrà seriamente chiedersi se il loro rapporto non la renda più debole anziché fortificarla…
Un altro personaggio centrale nel romanzo è quello di Viviana, la strana donna incontrata sull’aereo. È lei a mettere in guardia Patricia sul pericolo che incombe nella sua vita, creando così la scintilla dell’intera narrazione. Un carattere misterioso, velato di malinconia eppure capace di creare empatia. Poi ci sono Antonio e Irina, i suoi datori di lavoro nell’agenzia di moda che la rappresenta, e il fotografo Roberto. La Sánchez ha ammesso che alcuni personaggi sono autobiografici, o meglio ispirati a persone conosciute nella sua vita, dei quali “romanza” i dettagli. Irina è tra questi, traendo origine dalla caporedattrice di un giornale col quale ha collaborato in gioventù.
Al di là delle parole, è la persona di Clára Sánchez ad incantare. Ascoltarla, vedere la semplicità con la quale autografa i libri ai suoi fan (con la traduttrice Michela impegnata a scrivere i nomi su un foglio per non farle commettere errori) e la soddisfazione mostrata davanti alle copie già lette dei suoi romanzi più datati restituisce umanità all’editoria. Crisi o non crisi, piccola o grande casa editrice che sia, è forse (anche) questo che rende immortale la lettura. La Sánchez appare autentica quando afferma di scrivere sin dalla gioventù per un'”esigenza” e affinché ciò che scrive venga letto. La gioia più grande per lei è che i suoi libri vengano letti, perché un libro che non viene letto è un libro che non esiste. E lei vuole che i suoi libri esistano.
Dunque, che dire… Buona lettura!