Volley, Europei 2013 > Azzurri vice campioni d’Europa
Copenaghen, Parken Stadium – Dopo un Europeo caratterizzato da infortuni (Savani costretto alla panchina da un ginocchio dolorante) e scoperte che fanno ben sperare per il futuro (Vettori opposto, classe ’91, su tutti: alla fine sarà premiato come miglior schiacciatore del torneo), l’Italia si guadagna un posto per l’ambita finale. L’avversario è comprensibilmente il più temibile: la Russia medaglia d’oro alle ultime Olimpiadi. L’inizio del match si dimostra piuttosto complicato per gli azzurri, che partono male e ne pagano le conseguenze per tutto il set. Travica è impreciso e spesso troppo prevedibile, mentre la battuta appare fallosa e poco incisiva. L’avversario non permette di colmare lo svantaggio e col punteggio di 25-20 si va a prendere un parziale mai messo in discussione.
Berruto incita i suoi a non abbassare lo sguardo e l’Italia torna in campo volenterosa. I russi sono però di un altro livello, murano l’attacco azzurro (a segno solo con Birarelli al centro) e sono precisi in ogni fondamentale. L’Italia, dal canto suo, sbaglia in battuta e pecca soprattutto in mordente. Zaytsev in particolare fallisce troppe volte (nonostante questo, alla fine arriverà un riconoscimento individuale per lui: miglior battitore dell’europeo) e non riesce a dare il solito contributo alla squadra. Berruto lo richiama in panchina e manda in campo capitan Savani. Il cambio dà i suoi frutti: dall’11-4 parte infatti una rincorsa entusiasmante che si conclude sul 21-20. Gli scambi sono intensi e il libero Rossini appare a tratti davvero insuperabile. Non mancano nemmeno i problemi tecnici (palazzetto al buio per ben due volte), ma il pubblico assiste ad un’Italia regina che mette in ginocchio i campioni della Russia. Savani manda fuori il pallone del possibile 21 pari, ma poi è l’assenza di coperture il vero flagello dell’Italia. Parodi in veloce riconquista la battuta del 24-22 ma sbaglia totalmente dai 9 metri e il conseguente 25-22 pone fine ad un set che avrebbe potuto riaprire l’incontro.
Terzo set difficile soprattutto da un punto di vista psicologico, visto che gli azzurri hanno l’ultima chance per continuare a sperare di conquistare il gradino più alto del podio. Savani resta comprensibilmente in campo per Zaytsev e il sestetto ne guadagna in stabilità. Si lotta a viso aperto, punto a punto, scambio su scambio. Gli otto servizi sbagliati frenano l’Italia, che riesce tuttavia a condurre il gioco con due lunghezze di vantaggio. Si va al secondo tempo tecnico sul 16-15 per gli azzurri, che faticano a contenere gli avversari. Vettori mette a terra palloni degni di un veterano (alla fine saranno 21 i punti a portare la sua firma) e finalmente anche la Russia sbaglia qualcosa. Il primo set point arriva sul 24-21 ma viene sprecato da Savani, che pesta la linea di fondo e compie l’errore numero 9 in battuta. Ilinych, dall’altro lato della rete, gli rende il favore e manda fuori la palla del 25-22 finale. 2-1 nel conto set e giochi ancora aperti.
L’Italia merita di arrivare al quarto set e gioca da pari a pari con i russi. Agli azzurri manca tuttavia un po’ di continuità (ancora tante le battute finite a rete). La Russia ne approfitta per passare in vantaggio dopo i primi scambi caratterizzati dal completo equilibrio. Pavlov fa sentire il suo peso mentre il libero Verbov recupera più del possibile. Prima 11-8 e poi 13-10, l’Italia è costretta a rincorrere. Zaytsev dà il cambio a Vettori ma la squadra appare sempre più arrendevole. Berruto chiama allora il time-out e incita i suoi con uno speranzoso “Siamo ancora in tempo”. Qualche errore russo sembra dargli ragione ma la palla alta che cade al centro del campo la dice lunga sullo stato della squadra. C’è spazio anche per Giovi, che subentra a Savani in seconda linea. L’attacco russo accelera il passo e si porta sul 24-15. Gli azzurri non regalano l’ultimo punto e allungano il match fino al 25-17. Pavlov mette a terra l’ultimo pallone del torneo e porta la sua nazionale a vincere il titolo. All’Italia resta il secondo gradino del podio, la voglia di rivincita per i mondiali del 2014 e – da non trascurare – i premi individuali vinti da Vettori e Zaytsev.